
La superficie forestale provinciale [boschi, castagneti da frutto, giovani rimboschimenti, cespugli vari…] raggiunge circa 80.000 ettari, cioè circa 1.000.000 di pertiche piacentine di cui 1200 ettari sono in pianura.
Possibile che non facciano gola a nessuno? Possibile?
In passato, ad inizio 1900 circa, l’appetito fu talmente grande che centinaia di ettari di boschi secolari di Querce e Cerri furono abbattuti per farne traversine ferroviarie promettendo tanto guadagno per i locali…ma nessun montanaro si arricchi.
Furono devastate le magnifiche vallate dell’alta valdarda che divenne una landa desolata.
Nel primo dopoguerra la stessa sorte toccò a centinaia di Castagni per ricavarne tannino.
Poi si pose parziale rimedio ma il grave danno era fatto e non vedremo mai più querce e cerri valdardesi che per abbracciarne i tronchi non erano sufficienti 3 uomini adulti.
Certo la povertà, la miseria e tutto il resto ma, questo grave depauperamento di risorse naturali, non evitò il massiccio fenomeno dell’ emigrazione di massa ( non abbiamo carte che lo dimostrano ma sicuramente anche allora la corruzione e autorità compiacenti evitarono di controllare permettendo che tutto venisse devastato).
Nonostante ciò le nostre sono ancora le vallate più boscose della Regione…pur con poveri boschi cedui di poco valore ma…..
Che fare allora? Discutiamone ……ma senza estremismi.
Noi una cosa la sosteniamo: prima che devastino ancora le nostre montagne, con falsi miraggi di arricchimenti già visti e mai pervenuti ( la ricchezza più grande ora sono i nostri boschi …) si proteggano maggiormente le aree del piacenziano, il parco provinciale , le aree dei castagneti, le aree di crinale……ribadiamo senza integralismi che sono solamente forieri di scontri.
Prima che a qualcuno venga in mente di fare una centrale a biomasse (che da noi è una bufala!) o parchi eolici sui crinali più belli….
Noi sosteniamo che occorra lavorare seriamente, con interventi opportuni, per la “coltivazione del bosco” e non per la sua distruzione.
Noi non comprendiamo la burocrazia che regge i pochi parchi funzionanti per cui, un agricoltore, per poter spostare un ramo caduto causa vento debba fare domanda in carta da bollo.
Noi sosteniamo che la forestale debba essere rafforzata e i suoi compiti riformati.
Noi crediamo veramente nelle potenzialità del parco provinciale del monte Moria…e non solo.
Noi sosteniamo….prima che qualche gola profonda….
Difendiamo la nostra riserva d’ossigeno.
[i dati relativi alle sup. dei boschi sono gli unici disponibili ma se vi sono rettifiche sono benvenute…]