Si fa sempre un gran piagnisteo sulla crisi generale [che è vera…] e sulle implicazioni che questa riverbera sulla pubblica amministrazione che è perennemente senza soldi per finanziare gli enti locali, la scuola, la ricerca, le politiche sociali, il sostegno all’export, ecc…
Poi si assiste agli sprechi, alle false promesse di ridurre i costi della politica e della burocrazia, alla promessa di equità fiscale ecc…
Il politico di turno [dal locale al nazionale] d’ogni tanto sente l’esigenza di tirar fuori dal suo “ cappello a cilindro” da novello stregone una manciata di “opere pubbliche- risolvi crisi”.
Tra queste noi ci annoveriamo “la pedemontana e la cispadana” opere di cui si parla dagli anni 70 e che per fortuna non sono mai state realizzate.
Una sorta di “vie Emilie” parallele a quella storica.
Una dovrebbe seguire un percorso collinare ubicato circa tra Borgonovo Val Tidone e Alseno e l’altra sotto la linea autostradale o di fianco ad essa.
Follie!
Follie della politica che solo per progettare tali “opere” dovrebbe impiegare centinaia di migliaia di euro; follie della politica che per realizzare una simile opera dovrebbe impiegare in un solo “progetto” tutte le poche risorse disponibili per anni e anni; un vero spreco di fronte ad emergenze territoriali mai risolte, che languono da decenni e che ogni anno presentano il loro tragico conto.
Qualche esempio? La statale-gruviera della Valtrebbia, la mitica 45; le mega frane diffusissime delle nostre vallate che provocano disagi inenarrabili e mettono in pericolo la sicurezza di interi paesi [ vedi Vigoleno ]; le strade provinciali di fondovalle che raggiungono Ferriere, Morfasso, Vernasca, Gropparello, Prato Barbieri; le strade comunali e provinciali interne all’intero territorio di collina e montagna……ecc….
Nuove arterie stradali significano ulteriori consumi di fertile terra agraria, modifiche dei paesaggi……aumentare la velocità con la quale si fugge da Piacenza…..lasciare irrisolti i gravi problemi di dissesto prima citati [ se i soldi per le opere pubbliche son pochi bisogna riconoscere le priorità….che per noi sono chiare!]. Prima di fare nuove strade in pianura ci si ricordi che 2/3 del territorio piacentino sono collina e montagna, che da troppi anni non vedono “organici” interventi di riassetto territoriale…..
In montagna, i politici in primis, ci vengono poco e solamente per dar caccia ai voti e per cercar di “incanalare” le nostre migliori risorse naturali per la pianura [acqua e ora anche vento…..] in cambio di poco……rispetto a quello che già “garantiamo” per tutti.
Ma certi soggetti pensano che Pantalone abbia tasche senza fondo? e non si rendono conto che Pantalone invece ne ha piene le tasche!!!!
Possibile che non sappiano vedere almeno 10 più anni avanti del comune cittadino?
Non occorre essere dei geni per sapere che la mobilità individuale e quella delle merci è destinata ad una inevitabile contrazione in futuro. Basta pensare allo sviluppo che avrà il tele lavoro ed il mercato di internet…
ma sappiamo quale uso fanno i nostri politici di internet…. generalmente le loro “navigazioni” si limitano al p….tour…
Se il genio di turno mi propone una ferrovia pedemontana, cispadana, cisalpina, della Gallia o delle terre di S. Colombano, la chiami come cavolo vuole, purché mi tolga l’assurdo spreco di territorio e risorse dell’attuale isterico trasporto su gomma, avrà sicuramente il mio voto, qualsiasi schieramento rappresenti.
Se poi questo politico avviasse un progetto di ferrovia o metrò di superficie in ognuna delle nelle nostre vallate (unico provvedimento concreto se si vuole fare vivere la montagna…) gli faccio propaganda elettorale come uomo sandwic ed attacchino gratuito…
ciao
pienamente d’accordo!
ciao alla prossima.