PRIMA UN PO’ DI NUMERI…
Leggendo l’ultimo report semestrale 2016 della Provincia di Piacenza sembrerebbe che il turismo nostrano sia in ripresa. Questa è senza dubbio una bella notizia.
- Arrivi da gennaio a giugno 2016: 113.156 (nello stesso periodo del 2015 erano stati 101.650).
- Presenze (in pratica i pernottamenti ) da gennaio a giugno 2016: 221.623 (nello stesso periodo del 2015 erano stati 193.384).
- La parte del leone la fa Piacenza con la sua zona limitrofa, poi ci sono la Valdarda e la Valtidone.
- In forte recupero la Valtrebbia.
Ma ci sono alcune considerazioni che ci fanno esser prudenti.
Nel 2015, anno expo, le presenze turistiche piacentine erano in regresso sul 2014 (pur registrando un lieve aumento degli arrivi). Quindi potremmo, alla fine, aver recuperato quanto perduto nel 2015. Ovviamente ci auguriamo un dato finale 2016 migliore del 2014 (e non solo un recupero sulle “perdite” del 2015).
Per intenderci i dati 2014-2015 confrontati sono questi…
Arrivi 2014 : 209.610; arrivi 2015: 222.138
Presenze 2014: 483.377; presenze 2015: 444.944
Stiamo, in ogni caso, parlando di dati molto bassi sia in termini di arrivi che di presenze.
Per fare un esempio, a Parma gli arrivi sono quasi il triplo e le presenze ben oltre il triplo rispetto a Piacenza. Arrivi Parma 2014: 621.336 (Piacenza: 209.610); presenze Parma 1.611.795 (Piacenza: 483.377).
INDOTTO DAL TURISMO ? SI MA…
Ma quale indotto generano le presenze turistiche? Non è facile fare un calcolo omogeneo anche se si possono fare ragionamenti generali.
Ci sono tipi di turismo e provenienze che possono essere sei, sette volte superiori ad altri in termini benefici economici sul territorio. Gli europei occidentali spendono di più rispetto a quelli dell’ex blocco sovietico, i cinesi molto meno dei giapponesi. I turisti organizzati americani che vengono per assistere a un’opera lirica possono spendere mediamente per un soggiorno di 3 gg. anche 1000 dollari a testa tra viaggio, pernottamento, ristorante, degustazioni, ecc…
Un turista europeo occidentale, invece, per ogni notte può generare una media di 200 € ( pernottamento, ristorante, visite museali o simili, trasporti, degustazioni varie, ecc…). Se nel piacentino nel 2015 sono registrate 444.944 presenze si tratterebbe di un risultato da non sottovalutare. Un visitatore che passa una sola giornata nel piacentino potrebbe, a sua volta, spendere in media 50 € (pranzo, trasporti, visite museali o simili, degustazioni varie, ecc… ). E poi ci sono i posti di lavoro e tutto quello che ciò comporta. In pratica una bella “fabbrica” a basso impatto ambientale e alta redditività.
CHI CI DOVREBBE LAVORARE PER …?
Ma per ottenere risultati occorre costruire, lavorare con gli operatori, con i comuni, non sperperare i pochi soldi a disposizione per il settore (i tanti soldi piacentini spesi per Expo saranno andati a buon fine?). Occorre programmare, valorizzare, coordinare gli eventi tradizionali, programmarne di nuovi e pubblicizzarli per tempo. Ma a Piacenza chi lo fa?
Noi non avendo fiere particolarmente attraenti (a Parma invece si!) potremmo puntare molto di più sul medioevo, sull’enogastronomia e sulle “fiere del gusto” tipo la “festa della coppa” di Carpaneto e altre che valorizzano le tipicità piacentine, sull’escursionismo-sport-vie devozionali in alta collina e montagna, sui musei cittadini che sono di alto livello, sulle eccellenti città d’arte di Bobbio e Castell’Arquato, sul Po, su taluni mercati caratteristici tipo antiquariato di Cortemaggiore…ecc…
Mi piace e lo credo vincente il connubio tra cultura, natura, gastronomia.
Ma è un discorso lungo da affrontare in un breve post…
Ma per ora che si fa? Ci si accontenta, ci si lamenta, ci si divide quasi su tutto e poi si piange.
Cambiare, occorre cambiare e smettere di sonnecchiare, occorre ricostruire un organismo provinciale di promozione e di incoming. Occorre spendere bene le poche risorse disponibili in promozione mirata, raforzando le strutture ricettive, aiutando concretamente gli operatori senza ripetere periodicamente inutili convegni fotocopia, dove si presentano studi fotocopia, e si ascoltano relazioni fotocopia di tanti precedenti momenti convegnistici provinciali.