Vagando per gli Appennini tra Valdarda e dintorni…(2a.tappa)

2016-06-03-groppoducale e chiesa groppallo-2896
archivio fotografico (fine primavera 2016)

TRA SANTA FRANCA  E IL MONTE PIÙ BELLO.
Nella prima parte mi son dilungato con la trattoria de “La Dogana” di Groppoducale ma era solo un’indizio (e che indizio!)per non parlarvi della meravigliosa Vallavaiana, la valle opposta a quella dell’Arda, quella che il nostro sguardo perlustra per intero dalla cima del Menegosa(ra) o del Lama. Quella che conserva i luoghi del gusto e della tradizione contadina dei monti, tra morcineria, patate di montagna, grani speciali e costruzioni in sasso, spesso capolavori dell’uomo  che resistono al tempo. Mosaico di una vecchia cultura contadina e pastorale che risale alle radici della civiltà, nella storia dei Ligures, quelli Veleiati che avevano il loro centro maggiore a Veleia, nel cuore della vicina Valchero. In questa valle interna, unione tra Valnure, Valdarda e Valceno, che si raggiunge percorrendo strade tortuose e non sempre all’altezza dei luoghi, non ha vinto il gerbido, non ha vinto lo spopolamento e la valle non è in rovina anche dove la vita è più assente. Da queste parti resistono, pur limitati, gli allevatori, i coltivatori di patate e di grani antichi; i norcini e i mugnai perché mangiar bene è un piacere al quale non si rinuncia, al quale questa gente, abituata a sacrifici, e un po’ isolata, non rinuncia più.
2015-07-03-salini-e-p-barbieri-lr-4060È una visita dai F.lli Salini che ci fa comprendere tutto questo; una visita gastronomica per gustar salumi di montagna, dalla preziosa e autentica mariola (presidio slow food), da gustar con riccioli di burro, alla coppa piacentina montanara. E poi tutto il resto con la tradizione culinaria nel solco dell’autenticità.
Ma qui, come accennato, da scoprire ci sono ancora i mugnai, i giovani produttori di patate e di grani antichi trasformati in farine con quei mulini a “preda”, gli oratori in pietra più belli e anche la torta, quella di patate, e il pane buono. Questa è terra francigena,  di antica civiltà, attraversata dalla Via degli Abati proveniente da Bobbio e diretta a Pontremoli, la variante montana della Via devozionale più importante d’Europa.

Ma dalla prima mattina, prima ci concederci il resto, in buona compagnia attacco la Morfassina, aggiro il Guttarello fino a quando mi appare il monte più bello, il  Menegosa (ra), tra la nebbia, le nuvole basse e il vento che per pochi minuti ci lascia scorgere il cielo con un raggio di sole. Con grande gioia raggiungiamo la cima dove tra i sassi è ben piantata la croce per riposare e godere di questo infinito; e ancora osservo il gioco del tempo quotidiano che ci lascia, a tratti, scorgere laggiù…

2016-11-11-menegosa-1img_1656-modificaUn giro lento per tutti, spettacolare e panoramico. Tempo impiegato: 3,5 ore con sosta sulla cima. Giro consigliato prima della sosta a Groppallo.

E PER FINIRE (O PER COMINCIARE…)
Una visita poco distante da Groppallo: Montereggio, un capolavoro del Medioevo più antico e il mulino vecchio di Canevari dove acquistar buona farina macinata a pietra, mossa dall’acqua.
Sergio Efosi per Valtolla’s blog©
(Fine 2a.Continua prossimamente verso il Pelizzone e il Lama)

2016-11-11-menegosa-1img_1673-modifica

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