Orsanti, Briganti, Emigranti.

Nel corso del tempo, dopo 7 anni di frequentazione,  i ricordi a poco a poco cominciano a produrre degli effetti.

Sono ricordi recenti, provenienti dalla nostra casa immersa in questo “nuovo paesaggio”, sotto lo sguardo dei suoi abitanti originari  e con lo spirito di chi partecipa alla vita della comunità.

Dalla terra della antica valle di Tolla, nella valle dell’Arda,  la nostra casa è sospesa a metà via sul primo crinale  verso la “Palazza” [il monte Palazza] con una bellissima natura da godere ad ogni stagione immaginando di essere  un’ape che raccoglie il polline da una pianta di Castagno, di Melo selvatico e dai fiori tutt’intorno.

Per arrivare fin quassù , si raggiunge Castell’Arquato, una bella cittadina con l’atmosfera medievale.

La piazza dell’alto paese, chiamata impropriamente “piazza della rocca”, offre una bella collezione di medioevo autentico con case in mattone antico, il palazzo pretorio, la chiesa romanica autentica “la collegiata” e il forte [la Rocca] con  la sua torre quadrata altissima a sentinella della valle dell’arda che offre uno sguardo lontano nella pianura.

La collegiata con i suoi pilastri antichi,  scolpiti con i motivi del tempo, ricostruita attorno al 1120 dopo un terremoto distruttivo sulla preesistente della fine del 700 dopo Cristo . Un vero e proprio capolavoro medievale che duetta con la mole della maestosa ma elegante e longilinea rocca viscontea.

Nella piazza e sotto, fino al basso paese, passeggiando alla scoperta di piccoli negozi caratteristici, come una bella storia in cui ognuno di noi ripassa i sogni perduti della fanciullezza con i principi, le madame e i cavalieri che vagano per il borgo, il più importante del contado con i suoi canonici, notari, capitani, commercianti, agricoltori e soldati.

Lasciato il “medievo” si raggiunge ……..Lugagnano valle dell’arda che se è Venerdì ospita il mercato, quello che era dei capifamiglia che venivano a vendere il vitello e il maiale ingrassati; quello che era anche delle donne che vendevano le uova e comperavano il companatico per la settimana.

Il mercato colorato che finiva a sera nelle osterie della piazza con canti e sbornie memorabili.
Una manciata di chilometri e si inizia  costeggiando il lago di Mignano, a salire  verso Morfasso   fino a quasi il termine del lago stesso, bello e azzurro in primavera e inizio estate.

Poi improvviso un bivio e da sinistra si attacca la salita  per Bore-Bardi e dopo pochi minuti si giunge in una di quelle parti della valtolla che porta i segni della sua classicità: l’antica chiesa del poggetto di Castelletto.

Fortificata naturalmente attorno ad una platea di monti maestosi e suggestivi, che si richiudono verso fondovalle a Mocomero-Mignano, la valtolla classica è tutta da scoprire.

In questo grazioso panorama chiuso “fortificato”  si è formata nei secoli antichi, dopo la rovinosa deflagrazione dell’impero romano,  attorno a un’ abbazia nel VII secolo, la Valle di Tolla a guardia delle  vie che collegavano il Nord e il centro della penisola ora divisa in staterelli in guerra tra di loro.

Probabilmente  aperta agli ospiti durante la notte, sulla strada di questi antichi sentieri e vie di comunicazione, l’abbazia [ o più semplicemente il convento dei frati ?] è stata il centro di rinascita della vallata….la valle di confine..

Nelle prime alture, forse più nelle vicinanze del torrente Arda si coltivavano le viti, si allevavano ulivi, si coltivavano i campi con i  sentieri che andavano in su verso i “frutteti” di Castelletto e Vezzolacca e i  boschi pascolivi dei maestosi dei monti dove si allevavano i maiali, i vitelli e le pecore.

Così l’abbazia si faceva  “paese” caratterizzandosi con una ricca tradizione di notariato, di collocazione di artigiani e agricoltori, di centro vitale per gli affari locali.

Per ricollegare con il passato questa “valtolla classica” è bene fare, come già si accennava, una breve sosta a Castelletto sul quel poggetto dove sorge l’antica chiesa di Sant’Andrea…luogo di meditazione e di semplicità [ quindi di bellezza!].

Una pur breve sosta per proseguire in una qualsiasi direzione zigzagando a pettine da una costa all’altra: a Vezzolacca, Settesorelle, Rabbini, Olza, Morfasso,  San Michele, Rocchetta fino a Teruzzi, Rusteghini, Pedina, Perotti, dove l’antico è ancor più evidente, più bello, più silenzioso.

Qui, un questa “fortezza naturale” ci sono il parco provinciale del Monte Moria con i suoi  maestosi dirimpettai dominati dai monti Palazza,  Lucchi e Canzolino….fino a Vidalta.

Poi verso l’alto, verso sud, la “pietra”, la nostra pietra ofiolitica del Menegosa che domina l’intera vallata, con a fianco il Lama e il Santa Franca.

Tragiche vicende storiche, feudatari stolti, disinteresse politico, guerre hanno comportato lo spopolamento della valtolla intera [ c’è più gente emigrata che non residenti ] che in duecento anni è “finita” ……ma orgogliosamente ricorda…..

Orsanti, Briganti, Emigranti…..contrabbandieri e ingenui ribelli.

Anche questo è il nostro patrimonio.

Recuperare le case di sasso è come far  rivivere la memoria di lavoro, fatica e civiltà nel paese “Val di Tolla”  attraverso una conservazione  straordinaria di ricordi che questi stessi sassi mantengono  in omaggio ai nostri vecchi che li hanno cavati, plasmati e posati per vivere e far vivere.

Fare questo è come compiere un viaggio nel tempo.

Un viaggio senza inquinare, senza consumare per ridar vita ad una casa, una fontana, una chiesa, un oratorio e….forse per rivedere il falegname, l’artigiano, il taglialegna, il fabbro, il contadino…..il bambino.

La nostra valtolla è anche famosa per la sua produzione di castagne antiche, per le sue feste paesane, per i suoi ristoranti, osterie, agriturismi…tra montagne, corsi d’acqua con cascate e grandi boschi ovunque….

Piccole e sinuose strade seguenti  monti e valli in piena spensieratezza, tra  fienili isolati, piccoli paesini, colori di stagione [sublimi i colori dell’autunno e dell’inverno].

A piedi, infine, sui monti, per  scoprire una natura meravigliosa, sulle orme di contadini e cacciatori antichi.

Percorsi per escursioni, avventurosi paesaggi,  preziosi momenti di complicità con noi stessi.

Semplicemente: Valtolla classica.

 

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