La torta di patate, i satelliti, i telefonini e la vita in montagna …

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Sergio Efosi*
Vezzolacca è un piccolo borgo di sasso, nel senso che gran parte delle sue case sono costruite con questo “povero” materiale naturale che si estraeva e utilizzava a km zero. Ora le case si fanno in laterizio ma ai tempi …
Il borgo è posto sul versante destro del torrente Arda, poco distante dallo sbarramento che forma il lago di Mignano, ora desolatamente quasi del tutto a secco.
Anche se siamo in epoca di satelliti, i telefonini e i servizi ADSL da queste parti non funzionano granché (nessuno dei noti gestori nazionali di telefonia fissa e mobile hanno investito un centesimo in montagna…e non sono gli unici).
La funzione di vedetta di questo borgo appenninico è ben evidente: risalendo la provinciale di fondovalle verso Morfasso, non si può fare a meno di notare la svettante presenza di un alto campanile giallo in mezzo a una marea verde, sul fianco dell’alto colle che domina l’intera media Valdarda.
Ma di rilievo ci sono anche altre cose.
In primis i monumentali, e ancora produttivi, alberi secolari del castagno, che costituiscono una vera bellezza paesistica, e le coltivazioni della patata con la quale, tra l’altro, si producono “speciali”, gustosi, gnocchi e le rinomate torte di patate che sono caratteristiche dell’intero nostro Appennino (lo ha detto un paio ieri la seguitissima rubrica del gusto “eat parade” del Tg2).
Una torta che però non ha una ricetta univoca, che a Vezzolacca si fa salata e dolce, e si consuma in gran quantità nelle case degli abitanti e nella festa della patata, giunta alla sua 41^ edizione, in corso da ieri sera e fino a tutto il 20 agosto, e organizzata dal borgo riunito sotto le insegne della Proloco locale che qui si chiama “Vezzolacca insieme”.
Ieri sera nel piccolo borgo c’erano migliaia di persone, in prevalenza giovani che, tradizionalmente, si danno appuntamento in questa prima giornata della festa per star insieme e ballare con il gruppo musicale pop del momento (quest’anno c’erano i Divina, istrionici trascinatori del pubblico con un vasto repertorio che spazia dagli anni settanta  del secolo scorso ai giorni nostri).
La torta di patate citata è un prodotto rustico, genuino e realizzato per piacere, che non teme confronti con erbazzoni, torte pasqualine e cose del genere che si fanno altrove.
Vezzolacca è nato come presidio agricolo intorno al XIII secolo e, da sempre,  ha un rapporto speciale con le piante. Qui, infatti, si è diffusa, più che altrove in valle, la coltivazione del castagno, dove la selezione naturale e l’abilità dell’uomo hanno ottenuto una varietà, conosciuta e apprezzata, di frutto con pasta gialla e dolce, la “bionda”;   registrata pubblicamente come antica varietà di castagna domestica “Gusano, Vezzolacca”.

La località era nota fin dai tempi antichi, e lo riportano diverse fonti storiche,  anche per la gran produzione di frutta, con mele e pere ora abbandonate.
Questi erano i territori dell’abbazia di Tolla, questa era la Val di Tolla, territorio autonomo governato dai frati benedettini dal secolo VII e attivissimi fino a tutto il secolo XIV.
Poi iniziò un’altra storia, i frati furono “allontanati” e ci pensarono avidi commendatari e feudatari a depredare tutte le risorse disponibili; e in pochi secoli tutto andò in malora.

Fino al secolo scorso la popolazione, a più riprese, emigrò per vincere l’indigenza e la miseria che durava da parecchi secoli. Ora nel piccolo borgo ci sono anche famiglie giovani con bambini, è presente un bar ristorante-pizzeria e nel fine settimana ritornano coloro che per lavoro sono costretti a risiedere altrove e diversi proprietari di seconde case.

Vezzolacca si è ridotta ma, pur tra mille difficoltà, non è mai stata abbandonata, anzi si è sempre mantenuta attiva perché i montanari son dei resistenti e questo Borgo è qui per testimoniarlo.

*blogger, fotoamatore e ricercatore della storia 

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Edizione 2017, concerto pop dei Divina
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