VELEJA ANCORA VELEJA

Già Veleja!

Abbiamo voluto ” scomodare ” un illustre visitatore per scrivere il nostro post su Veleja.

Il famoso architetto razionalista Giovanni Antolini (1753-1841) visitò le rovine di Veleia e ne tracciò una situazione, già allora, imbarazzante….

” ognuno che si rechi a veleia, andandovi o da una parte o dall’altra, giunto che sia al luogo superiore alla chiesa, se mosso non fu dall’amore per le antichità, o se mente e occhi non ha di consumato artista o di sapiente archeologo, ma spinto solo da curiosità, poco o niuna sorpresa gli fanno quelle rovine: e se la speranza non lo mantiene, diviene impaziente……”

Già circa 200 anni orsono, illustri personaggi,  si chiedevano dopo aver ammirato le scoperte che potevano venirci a fare dei normali visitatori a Veleja.

Dissero che sarebbero stati disorientati nel vedere solo delle vestigia di fondazioni di case  e poco più, criticarono esplicitamente la qualità degli scavi e quindi coloro che li avevano compiuti.

Allora raggiungere il sito archeologico non era neppure tanto agevole e arrivando sul posto….constatando che il tutto era ridotto a fondazioni, qualche raro manufatto e poco più, dovettero essere abbastanza indispettiti.

Ovviamente si resero conto (stiamo parlando di illustri intellettuali)  che si trattava di una ” scoperta” davvero di alto profilo archeologico/storico e culturale.

La visita di Antolini si effettua pochi decenni dopo dalla scoperta del sito, avvenuta nel 1747, e già di parlava di furti, sparizioni, scavi eseguiti in maniera inaccettabile….si disse che era sparito di tutto…statue, colonne, capitelli, oggetti, monili, ecc.….in poche parole era sparito tutto ciò che poteva giustificare il viaggio di un ” curioso” che altro non è che un turista.

Ora vi sono maggiori comodità e il nostro sito vale, a prescindere, una visita poiché le vestigia sono molto interessanti e il piccolo..purtoppo troppo piccolo, antiquarium vale la gita…credeteci!

Ne abbiamo già parlato in questo blog…in articoli vari sul turismo in valtolla e in valdarda.

segnaletica interna al sito: quasi nulla ……..quasi nulla è un eufemismo…sarebbe meglio dire nulla!

Senza una precisa segnaletica descrittiva ( tipo percorso guidato) e documentata si va a casaccio e alla fine non si capisce nulla di ciò che si sta visitando.

Quando abbiamo visitato l’Antiquarium (nel primo autunno) con noi sono entrati due giovani ragazzi ….ammirati i reperti, con molta enfasi positiva, ne sono usciti dopo circa 20 minuti.

Li abbiamo incontrati nelle vestigia delle terme e abbiamo distintamente capito che non stavano capendo nulla di ciò che stava li.

Il ragazzo spazientito, erano le 11,30, aveva fretta di ricercare un luogo dove mangiare ( gli suggerimmo da Dorino…pensiamo di aver fatto bene).

L’antiquarium, di fatto, è un piccolissimo museo.…piccolissimo rispetto ai tanti reperti rinvenuti e chissà in quale scantinato di soprintendenza relegati. Quanti reperti potrebbero essere mostrati! Quanti potrebbero ritornare a Veleja!

Senza l’ampliamento di questa struttura non vi sono molte speranze! …un sogno? ….un sogno poter ammirare qui la tabula alimentaria?

Il sito chiaramente dovrebbe essere oggetto di una nuova e importante campagna di scavi e di una riscoperta generale per poter legittimamente diventare un vero polo di attrazione turistica nel quale effettuare (anche) eventi di carattere culturale, artistico ed espositivo.

Son passati circa duecento anni, dalla visita dell’architetto Giovanni Antolini ma lasituazione com’è?

Parafrasando le sue riflessioni scritte potremmo dire……” e che mai sono, e quale meraviglia possono suscitare quegli informi e disordinati rimasugli ad eccezione della piazza dove erano i templi sacri…se non ci vengono mostrate come potevano essere antichi palazzi, come potevano vivere in tale città gli antichi veleiati e poi a romani?..”

Sappiamo che la questione sta a cuore a molti, a molti anche ricoprenti cariche pubbliche.

Per chi volesse approfondire, nel bel libro “passeggiate archeologiche piacentine” del 2004( edizioni diabasis-belvedere guide) si ritrova ampia documentazione relativa agli scritti di Antolini che sono qui citati.

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