Di Angelo Carzaniga (†), storico e ricercatore appassionato della valtolla, il nostro blog ne ha parlato anche in altre occasioni.
Il sui miglior ricordo consiste nel ” valorizzare” i suoi saggi ……frutto di ricerca paziente, di grande competenza e passione vera.
Nei mesi scorsi il blog dei quaderni della valtolla [ http://www.quadernivaltolla.wordpress.com ] ha ” regalato ” ai suoi lettori il saggio scritto sulla Vezzolacca del XVI secolo.
Ampio, articolato e ben costruito ha permesso a molti ragazzi nipoti o pronipoti di Vezzolacchini partiti per il mondo di conoscere la storia del Paese d’origine dei loro avi.
Qui ne riportaimo una piccola parte relativa agli abitanti…..
” (Omissis )….Vediamo infine chi viveva in quel secolo a Vezzolacca.
Fortunatamente le famiglie residenti hanno avuto abbastanza a che fare con i notai per permetterci di compilarne un elenco probabilmente completo.
L’onore della prima menzione va riservato a Matteo Leccacorvi figlio del fu Guglielmo, feudatario di metà delle terre della Cattedrale in Vezzolacca, sotto il portico della cui casa sono stati fatti molti rogiti e tenute assemblee della comunità. Matteo risulta già defunto nel 1365; gli succede il figlio Lorenzo, poi il nipote Luchino. Vicino abitava madonna Armelina Leccacorva, vedova, che faceva lavorare le sue terre da alcuni massari. Proprietari dell’altra metà erano Alberico e Bertone Leccacorvi, figli di Giacomo morto verso il 1350, e Zanone Leccacorvo. Tutti questi ultimi abitavano a Monte. Secondi in importanza sembra fossero i Da Sala. Abitavano ovviamente alle Case da Sala, ma la famiglia, o meglio il gruppo di famiglie da Sala aveva terre e residenza anche nella Mezzacosta, in Valchiavenna, a Lovedasca di Rezzano e altrove. Nel 1322 viveva un Guido da Sala di Vezzolacca, notaio, del quale purtroppo ci è pervenuto il nome ma non gli atti.
Nel 1399 Guglielmo da Sala di Vezzolacca dava denari in deposito (eufemismo usato dai notai per evitare la brutta parola di prestito ad interesse) in Piacenza. Ma la famiglia era sopratutto un vivaio di ecclesiastici.
Un Giovanni da Sala era rettore di S.Geminiano di Mignano nel 1327; Stefano da Sala del fu Oberto rettore di S.Maria dei Moruzzi, pieve di Vigoleno, nel 1375; suo fratello Giovanni prebendario in S. Giorgio di Vigoleno. Un altro Giovanni era stato canonico in Vigoleno e fece testamento, che abbiamo, nel 1361. Nel 1390 un altro Stefano era rettore della chiesa dei S.S. Abdon e Sennen di Pellegrino; nel 1397 Giacomo da Sala rettore di S. Zenone di Lugagnano. Ancor più numerosi e di più alto grado saranno gli ecclesiastici da Sala nel secolo seguente. E infine nel 1397 Elena, figlia del fu Oberto da Sala di Vezzolacca, sposava Oberto del fu Giovanni Giberti di Pellegrino, di una famiglia imparentata nientemeno che con i marchesi Pellavicino di Pellegrino. Gli accenni a pro- prietà e parentele sparsi negli atti sembrano indicare che i da Sala fossero originari di una località detta appunto Sala di Carpanasio, nella zona di Rustigazzo.
I da Sala non esistono più a Vezzolacca, ma oltre ad aver lasciato il nome alla località in cui risiedevano hanno lasciato anche una discendenza diretta.
Nella seconda metà del ‘500 viveva Pietro detto Peròn da Sala: i suoi figli e discendenti, chiamati “quelli di Peròn” per distinguerli da altri ceppi dei da Sala, sono gli antenati degli attuali Peroni. Bernardo da Sala detto Luco o Loco per aver sposato una Lochi di Rustigazzo, viveva nel 1515, e ha dato origine al casato dei Locchi; Giovanni dei Lochi detto Zaza o Zazera, attestato nel 1559, è stato poi il capostipite degli Zazzera.
Seguivano i Dal Prato, antenati dei Prati.
Nel 1300 il gruppo principale di famiglie Dal Prato risiede ancora alla località “il Prato” di Ottesola, luogo d’origine, ma nei primi decenni del secolo un nucleo viene a stabilirsi su terre prese in enfiteusi in Macomero e poi a Vezzolacca alle Case dal Prato. La famiglia darà poi notai e giurisperiti nei secoli successivi, tra i quali uno Sforza dal Prato nel ‘500 trasferitosi a Milano, ma in particolare sacerdoti, tra i quali canonici in Castell’Arquato, Vigolo e Piacenza, e una vera dinastia di parroci di Vezzolacca e di Castelletto.
Un altro gruppo di famiglie di rilievo era quello dei De Nicolo o De Nicolis, gli odierni Niccoli. I de Nicolis erano presenti anche a Vernasca, Lugagnano, Castell’Arquato e Castelletto (Gerardo del fu Giovanni de Nicolo era console di Castelletto nel 1369) ed è impossibile stabilire quale sia la località d’ori- gine. Chiaramente hanno preso il cognome da un capostipite di nome Nicola. Anche questa famiglia ha dato due notai nel ‘300, dei quali non ci è pervenuto nulla, e molti ecclesiastici: Giovanni, prebendario nella pieve di Momeliano nel 1369; Giovanni rettore di S. Stefano di Montebissago nel 1368; un altro Giovanni rettore di S.Martino di Rugarlo nel 1343, poi rettore di S. Colombano di Vernasca nel 1353; Adelasio rettore di S. Geminiano di Mignano nel 1342.
I de Nicolis di Vezzolacca esercitavano, e continueranno ad esercitare per secoli, la professione di mugnai. Avevano due mulini con mole da macinare e follo per la lana situati sull’Arda all’Isola, e pagavano un canone all’Abate di Tolla per il diritto d’uso dell’acqua del fiume.
Famiglia composta di parecchi focolari era quella dei De Cruce o De la Cruce, ovviamente precursori dei Croci. Guglielmo de la Cruce da Vezzolacca faceva testamento nel 1348, lasciando tra l’altro un pezzo di terra in Variano al Monastero di Tolla. Lasciò un figlio di nome Giacomo, e suo fratello Giacomo fu padre di Giovanni. Nel 1327 un Rolando de la Cruce di Vezzolacca era rettore di S. Maria de Argine, pieve di Casteggio. Ricorrono spesso i nomi di Anrico e Gerardo de la Cruce come di persone relativamente facoltose. Ci illuminano sull’origine di questo cognome alcuni rogiti fatti “in Vezolacha super podio illorum de la Cruce, juxta crucem sitam in ipso podio”, in Vezzolacca sul poggio di quelli della Croce, presso la croce situata sul detto poggio.
Altre famiglie de la Cruce esistevano in territorio di Morfasso, ma non si riscontrano rapporti di parentela, almeno in questo secolo, con quelle di Vezzolacca. I De l’Aguda, o De l’Acuta, che molto più tardi diventeranno Agù, avevano terre anche in Mezzacosta e Rustigazzo, e un Guglielmino de l’Aguda de Vezolacha nel 1317 possedeva terreni fino a Fontanafredda.
Guglielmo, morto intorno al 1360, soprannominato furnarius, acquistava parecchi terreni in Valchiavenna e Valchero. Sull’origine del nome, che sembrerebbe derivare da una località, non è possibile pronunciarsi. Da Alessandro Aguda del fu Stevanino, detto il mutto perchè muto era, vivente nel 1570, hanno avuto origine i Mutti…………( omissis ) Vale la pena di ricordare che da Bernardo Armalungo Casano detto il bravo, che intorno al 1570 abitava al “Poggio di Costa”, questa località ha preso il nome di Bravi.
Abitavano nel ‘300 in Vezzolacca anche i De Preda o Del Perdono, che traevano il nome da una località detta “la preda” o “il perdono” (la pietra, il pietrone), la quale nei compartiti del 1577 appare posta tra “il costantino” e “il bosco de la fornasa”. Scomparsi oggi da Vezzolacca, i Perdoni sono ancora numerosi nei dintorni, ma non sarebbe prudente far discendere tutti i Perdoni da quelli di Vezzolacca perché di prede e perdoni che potessero dare origine ad un identico cognome tutta la montagna era ed è particolarmente ricca.
I Ferrari abitavano in Vezzolacca al Poggio vicino alla chiesa, ma la loro residenza principale e la maggior parte dei loro terreni era in Mezzacosta, e principalmente su un poggio proprio a cavallo della dorsale di Costa d’Asino, che allora si chiamava Case dei Ferrari ed oggi credo si chiami Poggio Forlani. Il cognome Ferrari, derivante dalla professione di fabbro ferraio, era estremamente diffuso in tutto il piacentino: famiglie Ferrari esistevano in ogni paese, il che rende impossibile seguirne le tracce distinguendo con certezza i Ferrari di Vezzolacca da quelli di altri paesi………” .
Il primo post è del 29 settembre 2010 sul sito web al seguente indirizzo … http://www.quadernivaltolla.wordpress.com