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INIZIA LA PUBBLICAZIONE DI UN SAGGIO DEL 2003 SCRITTO DAL PROF. SANTINO CAVACIUTI [ IMPORTANTE FIGURA INTELLETTUALE DELLA VALTOLLA] DAL TITOLO ” LE STRADE ROMANE DELL’ALTA VAL VARDA “( L’ARTICOLO SARA’ PUBBLICATO IN 3 PUNTATE )
RITENIAMO IL SAGGIO UN DOCUMENTO ECCCEZIONALE E NE DIAMO UN PICCOLO ANTICIPO…
……Come ordine di esposizione seguirò, grosso modo, quello della risalita della valle dalla strettoia di Mignano – che separa decisamente l’Alta valle dell’Arda dalla Media, e che è ora occupata dalla diga del lago artificiale detto appunto di Mignano – al passo del Pelizzone, il quale da sempre, si può dire, ha segnato (anche se non unico – come si vedrà più avanti – ) il luogo di transito dall’Alta valle dell’Arda alla valle del Ceno e quindi del Taro, in direzione della Liguria orientale, e, soprattutto, per l’antichità romana, in direzione di Luni, dell’antico Municipium di Luni…..
…… il primo “sito” che è dato trovare nella nostra valle, o, per meglio dire, il “sito” da me osservato nella medesima zona, è quello della località detta “Campo del Pozzo”, che è un terreno semi-pianeggiante, a poche centinaia di metri a sud dell’antica Abbazia di San Salvatore e San Gallo e cioè nello stesso pianoro in cui sorgeva l’abbazia, il cui sito è indicato, nelle carte dell’I.G.M., come “Chiesa Vecchia”. Ciò fa pensare che sia stato proprio questo antico insediamento romano in un luogo relativamente pianeggiante…….
…… Un altro “sito” romano è stato individuato nei pressi della frazione Rocchetta (di Morfasso), nella località denominata “Dalla Ca’ ”. Si tratta di frammenti di mattoni e tegole. Anche qui il luogo è costituito da un quasi-pianoro, vicino a un rivo, presso un’antica strada, che portava a Teruzzi. Pure questo pare uno dei luoghi geologicamente più sicuri della valle. E così si deve dire, in certo modo, di tutti più o meno i “siti” romani della vallata, nel senso che sono pressoché tutti situati in zone relativamente pianeggianti e geologicamente sicure, in quanto non soggette a frane; sono inoltre vicini a un qualche corso d’acqua……
……. È suggestivo pensare che il nostro Salino potrebbe derivare, appunto, dall’esistenza, presso il ponte, o il guado, sull’Arda, di un deposito di sale, sin dall’epoca romana.
Qui, nella zona più ampia della vallata, è esistito, forse, l’insediamento romano più importante, dopo Veleia, per tutta l’alta valle; così fa supporre l’esistenza di un duplice insediamento: al di qua del torrente (per chi proveniva da Veleia) e al di là dello stesso torrente. Duplice insediamento con ritrovamenti archeologici particolarmente significativi. In verità, al di qua del torrente (nel senso appena detto) ci sono sicure tracce di un “sito” romano, che probabilmente ha avuto un seguito anche dopo l’epoca romana, in quanto il medesimo porta il nome di “Prato del Borgo” (nella parlata locale: “Prà dar Burgu”)….
……. Sintetizzando quanto ho qui esposto del sistema viario dell’Alta Val d’Arda si potrebbe dire che:
1) Anzitutto la Valle era attraversata da cima a fondo da un lungo tratto della Veleia-Luni, che toccava le località denominate, al tempo dei romani o dopo, Taverne, Bardetti, Sperongia, Pèdina, Arda (Conca dell’Arda), Pelizzone.
2) Una variante di questo tracciato era quello che da Sperongia passava la riva destra dell’Arda e saliva a Rocca, a Casali, per arrivare anch’essa al Pelizzone.
3) Un’altra variante, partendo da Taverne, raggiungeva Olza, Variano, Morfasso (o Rocchetta), Teruzzi, Pelizzone.
4) Accanto a queste tre direttrici principali della Veleia-Luni, esistevano altre strade secondarie, che univano varie località abitate, e precisamente:
4¹ La strada Guselli – Prà dë Stabil (il “sito” tra Levei e Sartori) – Rocchetta, dove si innestava nella strada per Teruzzi ecc.
4² La strada Morfasso (o Rocchetta) -Pèdina dove si innestava nella variante principale della Veleia-Luni).
4³ La strada Pèdina-Greghi-Botti-Teruzzi-Zucchi (dove si innestava nella variante Veleia-Taverne-Olza-Variano-Rocchetta-Teruzzi-Pelizzone…….(omissis)…
( nota della redazione del blog: tutti i diritti sono della rivista quaderni della valtolla i cui numeri arretrati potete riceverli richiedendoli a mezzo mail tramite lo stesso blog della rivista citato in premessa …).