CASTELLO, LA CONOSCENZA, LA CAMPAGNA, LA VALTOLLA

Un vuoto di conoscenza ( non di coscienza ), o forse una comoda divulgazione di altre conoscenze: sono forse queste alcune delle ragioni dell’arretratezza sociale della montagna e della campagna d’Italia?

Diciamo la verità, molti di noi da bambini si sono vergognati di essere ” contadinotti o villani ” … quasi un limite da nascondere: il nostro dialetto, le nostre forti inflessioni dialettali, erano così poco eleganti;  vuoi mettere una sana parlata in italiano degli amici ” paesani”…

Per cui da giovanotti incontravamo i nostri amici della montagna e della campagna che, rientrando dalla ” pianura “,  nei week-end e in estate, ci parlavano solo in italiano…mostravano quasi di non conoscere più la ” nostra ” naturale parlata …..e scattava sempre la presa per i fondelli..

La pianura era evoluta, evoluta a prescindere, senza sforzarsi, senza addentrarsi in alcuna analisi critica del termine, la pianura delle meraviglie, del progresso….

Non illudetevi che questa immagine appartenga solo al passato, lo stereotipo del contadino incolto, che parla con inflessioni dialettali, quasi ridicolo è ancora presente anche nel nostro immaginario contemporaneo…è rimasto in molti di noi.

Noi crediamo, di contro, che oggi…(più che mai oggi!) la situazione sia profondamente cambiata e il nostro ” orgoglio nascosto o rimosso” di  montanari e contadini lo possiamo recuperare e ” sbandierare ” perché qui, comunque, la nostra qualità della vita ( lottando e vigilando) non ha proprio nulla da invidiare rispetto alla mitizzata pianura…strapiena di smog, di caos, di cattivi esempi…ma vigiliamo contro gli installatori/ finti benefattori di centrali a biomasse,  sbarramento sui corsi d’acqua, ecc….perchè il nostro tributo al progresso lo abbiamo già dato…eccome!.

Grazie ai nostri detrattori, in fin dei conti,  abbiamo recuperato pace e orgoglio e amiamo ancor di più le nostre magnifiche terre.

Pertanto, noi pensiamo che, il vero punto sia discutere di questo: la costruzione di un orgoglio per la nostra valle, per i nostri paesi  recuperando le nostre “radici”  storiche e culturali affinché si possa procedere alla formazione di nuove generazioni che sappiano puntare alla valorizzazione del proprio territorio nel suo insieme.

Un famoso intellettuale lo chiamava ” Un recupero identitario propedeutico per lo sviluppo “.

Questo recupero, siamo d’accordo,  è chiaramente propedeutico allo sviluppo economico; lo ha detto il sindaco di Castello al convegno di Driade: lavorare sulle nuove generazioni per far diventare valore l’ identità dell’accoglienza che serve per ” costruire turismo di qualità ” che è indispensabile a Castell’Arquato e al comprensorio per ” chiudere il cerchio delle opportunità.

Inutile cercare cause e colpe ora si tratta, ognuno per la propria parte, di ” costruire e unire”.

Troppo facile identificare sempre, in tutte le salse, questo o quel politico poiché, oggi come ieri, rivendicare e basta non porta lontano.

Mentre occorre da andare lontano insieme ai tanti ” professionisti imprenditori ” che sono da noi e che sono disposti ad investire con noi in un prodotto che nessuna fabbrica cinese o taiwanese potrà copiare: le nostre bellezze storico-artistiche-paesistiche con il loro carico di storia millenaria, di civiltà, di cultura universale nelle arti, nella letteratura, nel costume, nelle costruzioni sociali.

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