
Per poter elaborare un progetto turistico locale ( cosa che non fa per noi ) occorre una ricognizione sulla situazione della zona o del comprensorio oggetto di tale progetto.
Si raccolgono le idee locali, si ascoltano le voci degli operatori, si monitorano le iniziative in atto, si mappano le risorse e si procede.
Ma occorre anche valutare, per evitare di fare cose inutili, se vi sono, le condizioni affinché un progetto si possa realizzare.
Occorre, per esempio, verificare:
1. Se vi sono gli ambienti adatti a ricevere turisti o visitatori turistici;
2. Se tali potenziali “ clienti” potranno essere ospitati tanto per un pranzo quanto per un pernottamento;
3. Se il comprensorio presenta “ eccellenze “ sulle quali puntare;
4. Se vi sono altri servizi e infrastrutture adeguate ( farmacie, negozi alimentari, officine di soccorso, strade efficienti, servizi bancari e/o postali, copertura dei servizi di telefonia, ecc….).
I siti sui quali puntare, sicuramente, non mancano.
Castell’Arquato, Veleja e il Parco Provinciale in primis.
Poi una serie, non meno importante, di attrattive minori: il battistero e la chiesa di Vigolo Marchese, l’antica pieve di Vernasca, l’antica chiesa di Castelletto, l’oratorio di Mignano….solo per citarne alcuni.
Neppure gli “ostacoli “ o le criticità mancano.
Queste sono altrettanto importanti quanto le risorse elencate.
Nel cuore del comprensorio, nel bel mezzo della valle, vi sono 3 mega impianti “ produttivi “ o di servizio fortemente impattanti con il territorio ( concentrati tra Lugagnano valdarda e Mignano):
ex RDB, ex UNICEM e diga di Mignano.
La rete stradale principale è veramente carente soprattutto nelle zone alte della valle.
Carentissime le strade provinciali zonali.
Grosse problematiche concernenti la possibilità di pranzare o cenare non ve ne sono ma se volessimo fare un approfondimento, di contro, sulla situazione ricettiva ci troveremmo di fronte a gravi limiti già partendo da Castell’Arquato.
In tutta la zona considerata, i posti letto, sono limitatissimi già iniziando da Castell’Arquato.
Per trovare un luogo ove far alloggiare i “ viaggiatori “ di un pullman occorre andare da altre parti. Con questo non intendiamo sottacere la presenza di eccellenze, diciamo nicchie “eccellenti ”.
La diga di Mignano, potrebbe essere considerata anche una risorsa a tal fine ma, di fatto, è fuori gioco da luglio ad aprile dell’anno seguente e quindi fruibile, turisticamente parlando, solo per un brevissimo periodo.
Dopodiché è meglio “ non farla vedere”.
Ma qui si aprirebbe un altro tema: l’uso che se ne fa per l’agricoltura.
Il rischio, parlandone, è quello di scatenare la guerra con gli agricoltori.
In ogni caso alcune considerazioni bisogna pur farle: ma i metodi irrigui in 80 anni non si potrebbero ammodernare? Raccogliere, a valle, acque piovane non potrebbe ridurre drasticamente l’uso delle acque della diga? Ma le condotte sotterranee non consentirebbero almeno una riduzione dei consumi del 30-40 % in meno?
L’allarme planetario per favorire minori consumi delle acque non è arrivato a Piacenza?
Risparmiare l’acqua consentendo uno svuotamento molto…. molto più lento significherebbe poter godere delle sue bellezze fini alla fine di Settembre.
Questa è una provocazione? No è un problema vero!
Allora che resta da fare? …..Occorre progettare aggirando le criticità!
Veleja (Lugagnano) così non da nulla ma con un museo che esponga “cinque o sei casse” di reperti che sono in qualche scantinato nei musei nazionali di Parma….e con la sistemazione del sito con camminamenti e segnaletica interna….diventerebbe un “ gioiellino”.
Il parco provinciale (Lugagnano-Morfasso) non ha alcuna vera e adatta infrastruttura di accoglienza ad eccezione del “ rifugio- ristorante”. Lodevoli le realizzazioni del gestore ma servono tante altre cose a cominciare dalle guardie, dai parcheggi, dalla segnaletica interna…senza non si va da nessuna parte.
Il parco è bellissimo …basterebbe poco.
Castell’Arquato di per sé è un museo a cielo aperto. Rendendo efficiente la sua rete di piccoli musei ( inserendovi anche la collegiata) e utilizzandoli, anche, come luoghi per altre iniziative collaterali si imprimerebbe una “ svolta “ epocale alla fruibilità del borgo…..poi qui vi sono anche operatori turistici e tanto associazionismo molto valido.
Riserva del placentiano (Lugagnano- Castell’Arquato) dovrebbe andare in porto, rapidamente, la realizzazione della sede a Chiavenna e divenire veramente fruibili ai visitatori, guidati, alcune aree della riserva incantevoli…e poi lì siamo nella Valchiavenna vitivinicola d’ eccellenza.
Vernasca ( versante valtolla) dovrebbe rendere eccellenti i siti dell’antica pieve, della vecchia chiesa di Castelletto e rende visitabile l’oratorio di Mignano ( e i ritrovamenti dove son finiti?)…….poi qui vi sono le eccellenze gastronomiche derivate da alcune produzioni tipiche ( patate e castagne) e vi si svolgono le grandi feste popolari ( polenta, patate e castagne ).
Sono solamente esempi! …pillole!
Poi c’è tutto il tema delle case in sasso.
A quest’ ultimo proposito potremmo davvero scrivere un trattato di cosa fare, cosa non permettere, le urgenze, gli aiuti, gli esempi, quanto ” turismo” e lavoro crea il recupero di tale patrimonio, ecc…..Dedicheremo una parte del blog alla problematica delle case in sasso.
presto un articolo sulle case in sasso